Il Relativismo Morale

Feb 13, 2017

Lo scorso venerdì si è tenuto, presso la sede dell’associazione Hope aps, il terzo incontro-dibattito del chiosco teologico, dal titolo “Che male c’è?” sul relativismo morale, presieduto da P. Augusto Drago.

Il relativismo morale è una delle piaghe della società occidentale, che spesso si nasconde dietro espressioni del tipo “Che male c’è?”, “Ognuno faccia quel che vuole”, mettendo ogni scelta sullo stesso piano. Tutto è equivalente: il figlio naturale e quello in vitro, il rapporto tra uomo e donna e quello tra due uomini, l’amore materno e l’utero in affitto. Quando tutto si equivale, quando non si riesce a distinguere il bene dal male nulla ha più alcun valore. Di conseguenza, la vita appare sterile, generando sazietà e depressione.

“Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro!” (Isaia 5,20). Questi versi del profeta Isaia, scritti per l’Israele del suo tempo, sembrano abbastanza attuali e mettono in guardia dalla finta sensazione di libertà che si può provare nel non sottostare a regole etiche, morali e spirituali. Infatti, tutto ricade nel caos e viene meno l’ordine e la bellezza naturale delle cose.

Il relativismo uccide pian piano, quasi senza accorgercene, la vita che Dio ci ha donato. Come risuona nella bellissima preghiera di Michel Quast, dovremmo imparare a non aver paura del progetto che Dio ha in serbo per ognuno di noi, dovremmo imparare a dire di SI all’amore immenso che ci è stano gratuitamente donato sulla croce. Solo dopo aver sperimentato questo immenso amore potremo realmente essere uomini e donne liberi con un cuore che emana bellezza!